ASPETTI LEGALI

 

Esponiamo di seguito la nostra interpretazione, frutto di molte ore di studio e di confronto, sugli aspetti giuridici legati alle figure del DATORE DI LAVORO e dei CONSULENTI LIBERI PROFESSIONISTI in merito ai lavori di miglioramento/adeguamento sismico degli edifici industriali.

 

Le domande a cui cercheremo di dare delle spiegazioni sono:

 

  1. il datore di lavoro ha l'obbligo di adeguare gli edifici produttivi esistenti alla normativa antisismica?
  2. se sì,quali sono gli standard costruttivi minimi che  il datore di lavoro è tenuto a rispettare? in quali tempi?
  3. il consulente in tutto questo ha delle responsabilità?

 

quesito 1.

 

le norme in merito a questa questione devono forzatamente essere interpretate in quanto vi è un intreccio normativo di non immediata risoluzione. Da una parte le norme sulle costruzioni che impongono verifiche ed interventi solo su determinati edifici ed in determinate situazioni senza imporre nessuna azione sugli edifici esistenti produttivi. Dall'altra parte la normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro in cui affida al datore di lavoro il compito di valutare e gestire tutti i rischi connessi alla sicurezza compreso quelli derivanti dall'ambiente in cui si svolge l'attività lavorativa.

 

L'art. 43 comma 1, lett.d) d.lg. n.81/2008 dispone che il datore di lavoro prenda tutti i provvedimenti necessari affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave ed immediato, possano mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro.

 

L'art. 64, comma 1, lett. c) d.lg. 81/2008 dispone che i luoghi di lavoro vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica, con l'eliminazione, quanto più rapidamente possibile, dei difetti che possano pregiudicare la sicurezza dei lavoratori.

 

Per chiudere il cerchio, il d.lg 81/2008 all'art. 15 invita il datore di lavoro ad eliminare i rischi e, ove ciò non sia possibile, ad adoperarsi per ridurli al minimo "in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, mentre l'art. 2087 del c.c., impone all'imprenditore di adottare le misure che, per lo specifico lavoro, per l'esperienza dei lavoratori e la particolare tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica dei lavoratori.

 

In conclusione quindi le norme sulle costruzioni (di tipo chiuso, prescrittive) non impongono l'adeguamento antisismico degli edifici esistenti, mentre, le norme in materia di sicurezza sul lavoro (di tipo aperto, elastiche) lasciano al datore di lavoro l'onere di verifica e, qualora necessario, di adeguamento degli edifici in cui vengono a trovarsi stabilmente i lavoratori. In parole povere, la direzione giurisprudenziale, in caso di calamità, va dritta sull'evento lesivo, che deve essere evitato e poco importa se a far sentenza sarà una norma specifica o una interpretazione.

 

quesito 2. 

L'Italia intera è stata classificata sismica dal 2003 attribuendo ad ogni zona specifici indici caratterizzanti l'azione sismica. Pertanto un evento sismico è per legge da prevedere in modo da evitarne i risvolti.  

La giurisprudenza non si pone mai con un'unica interpretazione ma offre ampio ventaglio di soluzioni. Si spazia quindi dalla posizione secondo cui, la persona scrupolosa che opera con professionalità, fa tutto ciò che il progresso tecnologico gli permette senza considerare le prassi diffuse, alla posizione più cautelare espressa in base alle prassi consolidate. Fra questi due modi di valutare la questione, recentemente ma sempre con più consensi, sta prendendo piede l'impostazione che valuta secondo la migliore scienza e la migliore esperienza  con la limitazione che deve comunque avere una sostanziale diffusione sul mercato. IL DATORE DI LAVORO SECONDO QUEST'ULTIMA IMPOSTAZIONE E' TENUTO AD ADOTTARE I MIGLIORI STANDARD COSTRUTTIVI CHE IL MERCATO PROPONE! 

In merito alle tempistiche, il datore di lavoro, per essere esente da responsabilità, deve mettere a budget gli interventi da fare, previo studio degli stessi, con una scaletta temporale non eccessivamente lunga. 

 

quesito 3.

Il consulente in tutto ciò svolge un ruolo fondamentale. I datori di lavoro sono immersi nel loro business, e tutta una serie di mansioni viene di solito affidata in outsourcing a tecnici di fiducia. L'importante,per i dirigenti, è ottenere il risultato prefissato (essere a posto con quanto esposto al punto 2) e che la soluzione rientri all'interno di un budget stabilito.  

Fattori determinanti: 

  1. il budget
  2. le norme
  3. la giurisprudenza 
  4. livello di sicurezza
  5. fermo attività
  6. la soluzione tecnica

 

Il consulente in tutto ciò ha il difficile compito di fare da raccordo fra normativa, giurisprudenza, sicurezza e budget,  possibilmente con una soluzione tecnica ben bilanciata. Si capisce però, da quanto riportato al "quesito 2", come sia facile, in buona fede, commettere degli errori di valutazione e proporre soluzioni che possono essere in conflitto con uno o più dei 6 punti appena definiti.

 

Ci si può trovare cioè a proporre soluzioni molto economiche ma che non garantiscono la sicurezza desiderata o al contrario proporre soluzioni molto costose e magari con il blocco dell'attività (lavorando ad esempio anche sulle fondazioni) senza aver considerato l'utilizzo di altre tecniche disponibili nel mercato e conformi alla normativa. 

 

Le nostre soluzioni bene si adattano alle esigenze dell'imprenditore nel pieno rispetto dei 6 punti sopra citati. Con il sistema RESILIO è possibile mettere a punto una vera e propria STRATEGIA ANTISISMICA in termini di performance che di tempi.

 

RIFLESSIONE: la responsabilità del datore di lavoro, in caso di eventi lesivi causati da sisma, è molto forte; non basta intervenire, far vedere che qualcosa si è fatto. Bisogna intervenire nel rispetto delle norme sulle costruzioni utilizzando i migliori sistemi di calcolo e le migliori tecnologie per garantire perlomeno il livello minimo di sicurezza previsto dal legislatore.